Ci sono stati ennesimi chilometri.
Poche ore.
Poco sonno.
Ma risvegli meravigliosi dopo notti avvinghiate.
E risvegli di abbracci,caffè,sorrisi,purezza e straordinaria normalità.
Poi ci sono state incomprensioni.
Qualcuno è inciampato.
Parole dette,taciute,immaginate,sputate.
E silenzi e ferite e chiarimenti e scusa e mi dispiace.
Poi ennesimi chilometri.
Promesse di stare bene.
E ci si riesce ad una cena in mezzo ad amici che mi vogliono bene e che sono lì perché è in quel momento che ho bisogno di averli tutti intorno.
E di nuovo poco sonno.
Sguardi,parole,lacrime.
E poi ci si prova a spiegare,chiarire,comprendere.
Ma non si può promettere o programmare o sperare o semplicemente sognare.
Forse ho sperperato tutta questa felicità che mi era piovuta addosso.
Perché era una sensazione nuova e bella e stupefacente.
E l'ho sperperata e raccontata e sputtanata probabilmente.
Perché una cosa bella e preziosa nelle mie mani dura meno di tre minuti.
Occorre fare un passo indietro adesso.
E ritornare alle buone vecchie e innaturali e insane abitudini.
Quelle in cui mi sono crogiolata per tre anni.
Perché nell'esatto momento in cui ho tentato altro mi sono ritrovata col culo per terra.
Reset.
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